Archivi del mese: Maggio 2011

Desire…

Talvolta mi piacerebbe avere una persona con cui parlare.
Mi basterebbe solo sapere, di poter parlare e confidare in una persona sapendo che quell’orecchio mi è vicino e ascolta la mia voce. Mi piacerebbe anche solo raccontare la mia giornata, le mie emozioni, le facce incontrate, pensieri e parole che se detti a qualche d’uno fanno svanire quel senso di vuoto e talvolta un po’ di solitudine.
Alla fine però. al di là di esporre le mie idee, non azzardo mai a svelare al 100% le mie emozioni fragili… forse ho paura.
Poco tempo fa un amico mi chiese di che cosa avevo paura.
Risposi che avevo paura del tempo che passava, il non poterlo afferrare e sentirlo mio… penso che per onestà avrei dovuto aggiungere anche la paura di soffrire di nuovo, di ritrovarmi di nuovo con il cuore a brandelli, trovarlo li per terra, calpestato più volte dal piede dell’ indifferenza, dell’incomprensione e della disonestà.
Non capisco perchè non gli dissi anche quello… anzi, forse so perchè non lo dissi: avevo paura di scoprirmi troppo e di far prendere freddo al mio cuore, sopratutto ora che mi serve solido e in salute.
Avevo paura di intaccare quella corazza costruita con tanta fatica… e non parlo di maschere, quello no, parlo di protezione dalla sofferenza, anche se sono convinta che la sofferenza sia più forte delle così dette corazze  e che quando arriva, non solo intacca quel velo impercettibile, ma lo disintegra del tutto.
Fatto stà che devo ammettere che mi piacerebbe davvero molto poter trovare una persona a cui raccontare le mie cose e mi piacerebbe, che anche quell’altra persona possa raccontarmi le sue cose, le sue giornate etc…
Mi sento molto stupida a desiderare questo, una perfetta idiota, tanto che mentre scrivo stò arrossendo e piano piano mi stò facendo piccina contro l’angolino del letto, ma in fondo è forse sbagliato desiderare di poter affidarsi un po’ a qualche d’uno? E’ sbagliato desiderare di essere ascoltati senza sbattere i piedi, parlando semplicemente di com’è andata la giornata anche se quella è quasi uguale alla precedente?
E’ così sbagliato cercare uno sguardo di comprensione che spacchi una parte di quei muri di incomprensione così alti e ripidi, che ci circondano ogni giorno?
Spero che un giorno quelle emozioni, quei pensieri e quelle parole mai dette e celate in un posto dove non dovrebbero stare, possano correre liberamente. So che nel desiderare tutto ciò sono egoista, lo so bene, ma non mi importa.

Per ora, o meglio, anche per questa notte, sempre con il mio fare da idiota, forse un po’ infantile, ho espresso il mio desiderio… oyasumi.


Glass hour

Più osservo il cielo e più capisco che c’è qualche cosa che non va, più lo osservo e più mi viene la nausea.
E’ come quando mi vedo riflessa nello specchio e mi verrebbe voglia di spaccarlo in mille pezzi per confondere la mia immagine come se fosse un mosaico astratto… vorrei che questa realtà fosse diversa, vorrei questo mondo diverso.
Quanto ancora dovrò appassire prima di vedere qualche cambiamento?
Quanto altro sangue e dolore dovranno macchiare il cielo, il mare e la terra prima che le cose tornino al loro posto?
Ogni qual volta che percepisco un’ alba o ogni qual volta che vedo un tramonto sento, come questo momento, la testa pesante, sento che il nuovo giorno sarà uguale a quello precedente… e ancora, ancora, ancora… giorno dopo giorno… finchè la clessidra del tempo non esaurirà la sua sabbia per lasciare i miei occhi riflessi in altri occhi nuovi, un nuovo cuore, una nuova anima… nuova ma neanche tanto diversa dalla precedente.
Quando metto piede fuori dalla mia gabbia di sogni, per cercare di spiccare il volo è come se qualche cosa mi bloccasse… è come se davanti a me ci sia un muro di indifferenza, egoismo, cattiveria… un muro dalla patina appicicosa e male odorante, un muro che se sfiorato può solo imprigionare mentre tutto quello che scorre intorno a me è sgradevole, è osceno e infinitamente crudele.
Solo allora torno indietro, torno indietro nella mia gabbia dorata fatta di sogni.
Richiudo quella portcina e vago libera in quel mondo dove nessuno potrà mai accedere, dove solo io sono la benvenuta e che nessun mostro potrà mai rubarmi e dove questo mondo non potrà mai arrecarmi dolore.
Un’ altro granello è sceso…